– Daniel –
Se dovessi descrivere con una parola la mia quarantena quella sarebbe senza ombra di dubbio: INCERTEZZA.
Quando finirà? Quando potrò rivedere i miei amici? Le lezioni ci saranno? E come saranno? E gli esami? In presenza? Online? E Ora? E dopo?…
Incertezza su tutti i fronti. Perché diciamoci la verità, con me la storiella del “ne usciremo migliori” non ha funzionato molto.
Sono abituato ad organizzare nel modo più preciso possibile la mia vita, le mie decisioni e il mio futuro, vagliando sempre tutte le opzioni disponibili e creando mille piani alternativi nel caso qualcosa vada storto. Ma una pandemia globale non l’avevo presa in
considerazione. Da un giorno all’altro tutti i miei piani, le decisioni prese, le cose organizzate sono crollate una alla volta come tessere del domino le quali altro non potevo fare che guardar cadere.
Cerchiamo di essere positivi però, e proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno: devo ammettere che tutta questa situazione (una volta finita) mi ha permesso di avere un nuovo punto di vista sulla mia fede. Da bravo allievo della scuola domenicale, quando penso alla parola fede mi viene subito in mente il famoso versetto di Ebrei 11: “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”.
L’avrò ripetuto mille volte, ma quando durante la quarantena mi tornava in mente, queste poche e semplici parole diventavano ogni volta più pesanti. È bastato un virus circa 600 volte più piccolo del diametro di un capello e qualche colpo di tosse per distruggere in pochissimo tempo le certezze con cui avevo riempito le mie giornate.
Molto fragili per essere delle certezze, non è vero?
Mi sono reso conto che negli anni ho dato per scontato e messo in secondo piano l’unica certezza indistruttibile, stabile, e forse anche quella più semplice da ottenere. La certezza in un Dio buono e giusto, in un Dio che non mi abbandona, in un Dio che si prende cura di me nonostante tutto. La certezza in un Dio che è capace di vedere oltre, che mi conosce meglio di chiunque altro. Sotto quest’ottica quel “la fede è certezza” mi sembra sempre più comprensibile e forse meno irraggiungibile come obiettivo.
Ne sono uscito migliore dalla quarantena? No.
Ma da quest’ironico gioco di opposti, dove dall’incertezza ho riscoperto la certezza, sono nate tante domande e forse un nuovo punto da cui partire. Non ho trovato una risposta al “E ora? E dopo?” ma uno strumento per affrontare queste domande senza farmi distruggere dall’ansia: LA FEDE!
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